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Carestia

Scheda pg
Un tempo ormai lontano il suo vero nome era Simon De San Vax,figlio di una nobile famiglia del Borgo Nascente in una terra a forma di stivale.... Già da ragazzo gli furono insegnate le arti militari, l'uso della lancia e della spada la filosofia e le arti mistiche, ben presto divenne un abile cavaliere.. Si circondò da subito di fedeli compagni, di fedeli cavalieri che divennero i suoi fratelli inseparabili e insieme combatterono molte battaglie fianco a fianco sino al giorno che Simon in una mischia venne infilzato da una lancia scagliatalgli alle spalle da un nemico. Nella polvere di 1000 uomini che danzavano in un cerchio di morte e di tragedia il cavaliere vide trafitta la sua coriacea armatura che mai prima lo aveva tradito, da subito si accorse che era stato ferito seppur non mortalmente poichè provava dolore......la lancia ormai spezzata gli si era conficcata in una spalla attraversandola. Dalla corazza lucente e ornata dai bozzi dei fasti di vecchie battaglie sgorgava il rosso e pulsante sangue i suoi compagni nel vedere la scena sbiancarono, il loro comandante era stato ferito e malgrado ciò brandiva con un sol braccio la lunga spada a 2 mani, nel suo volto si poteva leggere il dolore e la paura e l'ira del leone che ferito a morte cerca per abbracciare di morte il suo carnefice... In poco tempo però stremato cadde esanime.....i compagni sopravvissuti alla battaglia recuperarono il suo corpo sotto alle frattaglie umane che erano sparse lungo il campo di marte ove era avvenuta la carneficina e si accorsero che era ancora vivo e stava combattendo la sua battaglia piu grande contro la morte per la vita. Molte settimane piu tardi quando riprese conscenza decise che quella vita da guerriero non gli apparteneva piu e decise di abbandonare i suoi fratelli e per non soffrirne il distacco lo fece nell'ombra della notte. Montò sul suo nero cavallo e galoppò guidato solo dalle stelle e accompaganto dal canto della luna sino ai confini conosciuti del mondo. Dimenticò il suo passato e li in quella grande terra trovò una giovane fanciulla....dove ricomincio a sognare. Tutto sembrava andare per il meglio ma in quella terra vi era una forza maligna nata per corrompere l'intero creato e ben presto il cavaliere se ne accorse... Simon dovette rimembrare cosi chi era e resuscitare il suo passato dal nero abisso in cui lo aveva confinato per aiutare i suoi nuovi amici e quella fanciulla con la quale apprezzava i cieli stellati e i prati in fiore...... Il Leone sguainò nuovamente gli artigli....riprese la sua armatura e la sua spada e iniziò la cerca della fonte maligna insieme a bardi straodinari capaci di ammaestrare draghi,cavalli magici....e potenti ma umili maghi. Si narra che questi eroi poterono spostarsi solo nella notte che era la loro unica alleata dato che molte zone di quella grande terra erano infestate oltre che dalle creature corrotte anche da uomini alla mercè del male. Costoro erano chiamati dai villici "I Rossi" poichè erano assassini spietati che non si fermavano dinnanzi a nulla ed a nessuno. Furono in un ancestrale tempo corrotti e resi forti dalla vena maligna che oggi li possiede e li guida come mietitori di anime,e pensare che pure loro in epoca dimenticata servirono il bene sotto l'unica bandiera dei cavalieri di Sosaria, ma il potere si sa....è strumento ambito e potente per chi brama fama e ricchezza.... Simon sempre di piu legò con i nuovi compagni e senti il bisogno di stabilirsi...malgrado il pericolo che incombeva in quella terra decise di sposare la giovane fanciulla...sentiva quella terra come la sua nuova casa e quella gente come suoi fratelli, cambiò anche il suo cognome in Mcleod dal clan che lo aveva accolto per onorare quella gente. Il resto non è piu storia..... è il presente. Come andrà a finire solo Cronos lo sà......può darsi che un giorno i discendenti di quei bardi e di quei valorosi maghi e cavalieri che oggi combattono il male al fianco di Simon cantino le gesta di chi fu e gia da ora noi comuni mortali, non eroi, in balia del tempo e nella tempesta di una vita segnata dalle cicatrici delle battaglie vinte e perdute, preghiammo chi verrà dopo di noi che cantino a voce alta le nostre umili gesta di sacrificio cosicchè dall Tempio degli Eroi gli dei possano udire e accogliere noi che per redimere le terre di Sosaria dal male siamo caduti nella fratellanza.
 

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